Credo nel potenziale del design come strumento per generare inclusione e innovazione sociale in Puglia. Questo progetto, di cui sono venuta a conoscenza durante il JobOrienta, rappresenta per me un’opportunità concreta per contribuire allo sviluppo del territorio attraverso soluzioni accessibili e partecipative, continuando a crescere professionalmente in un contesto collaborativo.
Perché sento il bisogno di far parte di un gruppo unito, con uno spirito battagliero e la voglia di fare qualcosa per la comunità. Quando si lavora insieme per qualcosa che può avere un impatto reale e positivo, arriva quel pizzico di soddisfazione che ti fa stare bene, ti stimola e ti dà forza, soprattutto in tempi come questi, in cui spesso ci si sente impotenti. Voglio usare le mie competenze nel design per rendermi utile alla comunità, e contribuire concretamente a un progetto collettivo. Mi piacerebbe inoltre confrontarmi con persone sia del mio ambito, sia con chi proviene da background differenti, creare legami sinergici e imparare qualcosa di nuovo, dentro e fuori dal mio campo.
Voglio partecipare perché credo profondamente nell’importanza di una tecnologia responsabile e inclusiva, e sento il bisogno di mettermi in gioco in un contesto che dia spazio alla progettazione consapevole, radicata nei bisogni reali delle persone e credo che Bari Città Aperta sia il luogo perfetto per vivere questi valori in prima persona come designer e per conoscere persone che riesco ad integrarli quotidianamente nella loro professione.
Mi sono laureata in Digital Interaction Design con una tesi sull’accessibilità dell’intelligenza artificiale generativa, cercando di renderla uno strumento di inclusione e partecipazione anche per persone con disabilità cognitive. Proprio per questo mi piacerebbe in particolare sul tema dell'accessibilità, perché sento di poter dare un ottimo contributo, perché è un tema che mi sta a cuore e che non vedo l'ora di approfondire.
Sono convinta di dare il meglio di me nei team multidisciplinari ed eterogenei, trovo stimolante e arricchente il confronto con punti di vista diversi dal mio e l'integrazione di competenze differenti, e questa è un’altra forte motivazione che mi spinge a candidarmi.
Anche la super squadra di docenti è uno degli aspetti per cui ci tengo tanto a partecipare e spero di avere il modo di conoscerli, confrontarci e crescere ispirata da chi vive la propria professione con coraggio e passsione.
Sono venuto a conoscenza di questa iniziativa per caso dopo aver visto una locandina e presento la mia candidatura per partecipare al laboratorio promosso da La Scuola Open Source, con la preferenza per la sfida dedicata all’accessibilità delle informazioni culturali.
Il mio profilo e background è quello di sviluppatore ma non scrivo solo codice, negli ultimi anni mi sono dedicato sia allo sviluppo di soluzioni web che ai test di applicativi e di interfacce utente. Ho collaborato con team variegati di una azienda di circa 15 dipendenti come impiegato interno ma ho anche collaborato con colleghi di terze parti di multinazionali per la progettazione di interfacce intuitive senza tralasciare mai l'attenzione al testing per rendere piacevole l'esperienza utente.
Per ragioni e motivi personali ho terminato il lavoro da dipendente e preso una pausa lavorativa.
Successivamente ho intrapreso una strada personale come lavoratore autonomo spaziando e ampliando le mie conoscenze anche in altri ambiti dell'informatica come l'analisi dei dati.
La proposta di collaborare, progettare e/o creare mi stuzzica soprattutto per capire quali strumenti digitali utilizzare e abilitare e quali escludere, restituendo un valore pubblico attraverso tecnologie sostenibili, riutilizzabili e facilmente accessibili ai cittadini
Credo nel potenziale del design partecipativo e nell’approccio peer-to-peer proposto dal format pertanto considero una preziosa occasione di apprendimento orizzontale e co-creazione concreta mettendo la mia parte.
Ringrazio per l’attenzione e se avrò l’opportunità di partecipare a questa sfida di rendere la cultura urbana più accessibile, connessa e condivisa
Un cordiale saluto
Ciao sono Yuri, graphic designer originario di Foggia. Mi sono formato al Politecnico di Milano in Communication Design e al momento lavoro da freelance a Milano. Nella mia esperienza mi sono interfacciato con tutti i temi e le metodologie di UX/UI Design tra cui l'Accessibilità. Trovo interessanti, anche se non sempre praticabili il coding creativo e le visualizzazioni di dati coraggiose. Conosco a menadito le WCAG e mi piacerebbe mettere a disposizione il mio bagaglio, arricchitosi in questi anni, per la mia regione.
Ciao, come precedentemente detto, io sono Albachiara. Nata a cresciuta nella provincia di Bari, a 18 anni sono partita per Roma, dove ho vissuto 8 anni per condurre i miei percorsi di studi (triennale in Rufa e magistrale in Isia) e le mie prime esperienze lavorative. Non vi annoierò, però, in questa sezione con le esperienze (che trovate invece nel CV). Vi racconterò piuttosto del perché ho scelto di tornare, di scommettere sulla città di Bari. Dopo anni in una grande città come Roma, mi sono sentita satura di input, ho quasi avuto l'impressione che li tutto fosse già stato fatto. Ho improvvisamente iniziato a guardare il mio territorio come una tela bianca da riempire, avendo anche l'impressione di averla trascurata in quegli anni e di conseguenza, essermi persa tanto. Ispirata dal calore, da altri addetti ai lavori che vedevo scommettere sulla Puglia, e proprio da realtà come SOS (concedetemi la ruffianeria) ho deciso di tornare e iniziare ad esplorare. Trovo che Bari Città Aperta possa essere un'occasione per me di toccare con mano il lavoro per la città di Bari in termini di design. Un'occasione di conoscere SOS e xyz, oltre che un'opportunità di stringere contatti lavorare con persone con la mia stessa avversione, che magari hanno fatto una scommessa analoga alla mia. E insomma, questa manfrina per presentarmi un minimo e per raccontarvi il perchè mi piacerebbe partecipare, dando il mio apporto e il mio punto di vista. Buona lavoro e buona selezione :)
Durante i miei studi, ho notato che, specialmente nel campo del graphic design, è indispensabile possedere conoscenze di tipo informatico: stiamo andando verso un mondo dove i confini disciplinari sono sfumati, e in questo mondo il progetto ingloba in sé sempre più canali: da qui l'esigenza di una prototipazione veloce e di ripensare il progetto come spazio con delle potenzialità, come un sistema che attraverso l'informatica può declinarsi velocemente e autonomamente in molteplici output finali. Mi piacerebbe quindi acquisire questo tipo di conoscenza, in modo da poter velocizzare il processo progettuale e renderne l'output autosufficiente e autoalimentato. Trovo quindi azzeccato l'approccio multidisciplinare, in quanto riflette la sfocatura di cui sopra. Per esperienza, posso poi dire che la co-progettazione più efficace è appunto quella dove i membri del gruppo hanno competenze e provengono da discipline eterogenee. È anche questo il motivo per cui voglio partecipare alla sfida dell'accessibilità. Mi sembra quella più legata a questi temi. P.S. Il Cv è incluso nel sito del portfolio.
Gentili referenti,
mi chiamo Gina Tamborra, sono un’artista visiva e attivista per il benessere psicofisico, nata e cresciuta a Bari. Dopo un percorso formativo che ha unito moda, arti visive e performance, oggi concentro la mia ricerca sull’arte come strumento di cura, accessibilità e trasformazione collettiva.
La mia motivazione per partecipare al progetto “Bari, città aperta” nasce da un’urgenza concreta: contribuire a rendere la programmazione culturale della mia città realmente fruibile da tuttə, senza barriere né mediazioni escludenti. Credo in un’idea di cultura non come vetrina, ma come rete viva e sensibile, capace di includere le voci fragili, marginali, stanche di non trovare spazio nei canali ufficiali.
Da tempo sperimento linguaggi ibridi, interfacce non convenzionali, contaminando arti performative, scrittura e nuovi media. Ho collaborato con comunità di persone con disturbi alimentari, lavorando sul linguaggio olfattivo e sonoro come strumenti di accessibilità emotiva. Questa esperienza mi spinge oggi a immaginare soluzioni che vadano oltre lo schermo: chatbot empatici, mappe tattili, sistemi di racconto partecipativo.
Il format XYZ proposto da La Scuola Open Source risuona profondamente con il mio approccio: imparare facendo, co-progettare in modo orizzontale, rompere i confini tra i saperi. Lavorare in un team interdisciplinare per sviluppare una piattaforma culturale open source mi entusiasma e mi mette in gioco come artista, cittadina e mente creativa.
Mi candido con il desiderio di offrire competenze progettuali e sensibilità umana, ma anche di imparare da chi lavora nel campo della tecnologia, della comunicazione e del design sociale. Vorrei contribuire a costruire un ecosistema culturale non solo accessibile, ma affettivo, capace di ascoltare i bisogni invisibili e di restituire senso di appartenenza.
Bari mi ha insegnato il linguaggio del calore, dell’incontro, della possibilità. Ora vorrei restituirle un frammento di futuro, disegnandolo insieme.
Ringraziando per l’attenzione e la cura, resto a disposizione per eventuali approfondimenti.
Gentili,
scrivo per esprimere il mio interesse a partecipare al laboratorio "Bari città aperta", in particolare per lavorare sulla sfida dell'accessibilità delle informazioni.
Come dottoranda in Design presso il Politecnico di Milano, la mia ricerca si concentra sulle reti locali informali attraverso la lente teorica dell’infrastructuring propria del design partecipativo. Un tema che trova perfetta sintonia con gli obiettivi del vostro laboratorio. Studio come creare strategie e strumenti per facilitare la cooperazione all'interno delle reti territoriali, esplorando il potenziale del design nel supportare comunità eterogenee.
La mia ricerca sul campo con reti locali del nord Italia ha fatto emergere criticità ricorrenti e specifiche che rendono la sfida dell'accessibilità particolarmente urgente. Ci sono diverse criticità che ricorrono in tutti i casi osservati finora.
- Difficoltà nella comunicazione verso l'esterno: le reti faticano a far arrivare informazioni su attività e servizi ai residenti, limitando l'impatto e la partecipazione della cittadinanza.
- Problemi di sostenibilità delle soluzioni digitali: anche quando vengono implementate piattaforme o strumenti comunicativi, questi vengono spesso abbandonati nel tempo.
- Il nodo critico della "cura digitale": emerge sempre la questione di chi si fa carico del mantenimento delle infrastrutture informative, con un sovraccarico di lavoro sui coordinatori di rete.
Questi findings rappresentano solo una parte della mia ricerca più ampia sulle reti, ma evidenziano quanto sia centrale il tema dell'accessibilità per il funzionamento delle reti territoriali.
Questo laboratorio sarebbe molto utile per me per diverse ragioni.
- Validazione empirica: il caso di Bari mi permetterebbe di testare e raffinare i framework teorici che sto sviluppando nella mia ricerca, verificando come l'infrastructuring collaborativo funzioni in contesti urbani diversi da quello milanese
- Apprendimento metodologico: l'approccio XYZ e la co-progettazione con attori eterogenei rappresentano esattamente il tipo di processo partecipativo che studio e che vorrei padroneggiare meglio
- Impatto sociale: contribuire a una soluzione open source per l'accessibilità culturale significa trasformare la ricerca accademica in strumenti concreti per la comunità
D’altro canto, penso di poter dare un contributo tangibile al gruppo.
- Conoscenza diretta dei problemi sul campo: dati qualitativi e insights concreti sui bisogni reali delle reti territoriali in termini di accessibilità informativa, raccolti attraverso osservazione partecipante, interviste e questionari.
- Esperienza nell'infrastructuring collaborativo e nella comprensione delle dinamiche di "cura" delle infrastrutture.
- Prospettiva di rete: capacità di ragionare sistemicamente sui flussi informativi e sulle interconnessioni tra attori diversi.
La sfida dell'accessibilità delle informazioni culturali rappresenta per me un caso studio perfetto per testare approcci collaborativi alla risoluzione di problemi che osservo sistematicamente nelle reti territoriali: come rendere sostenibili nel tempo le infrastrutture informative, come distribuire il carico di lavoro di cura necessario, come raggiungere effettivamente i cittadini.
Vedo in questo laboratorio un'opportunità unica per sviluppare soluzioni concrete e trasferibili, che potranno essere adattate e implementate anche nelle reti che studio, creando un modello replicabile di infrastructuring collaborativo per l'accessibilità informativa. Il carattere open source degli output garantirà inoltre la circolazione e l'evoluzione continua degli strumenti sviluppati.
Grazie per aver creato questo spazio di contaminazione e co-progettazione. Spero di poter contribuire al successo di questa iniziativa.
Sono molto interessato al miglioramento di alcuni servizi messi a disposizione alla città di Bari in quanto credo che abbia le potenzialità di diventare una città competitiva , sia a livello lavorativo sia nello stile di vita , più di quanto già lo sia , in tutta Italia . Allo stesso modo mi interessa il progetto perché credo possa rappresentare per me una bellissima esperienza (effettivamente la prima) che mi consentirà di interagire direttamente con dei professionisti .
Mi chiamo Giulia, ho 25 anni e vengo da Torino.
La mia formazione e il mio percorso professionale si sviluppano nell’ambito della comunicazione digitale. Da tempo mi interesso alle pratiche culturali che generano impatto sociale e trasformazione territoriale, con l'obiettivo di applicare le mie competenze in modo concreto all’interno di progetti culturali.
Trovo davvero stimolante l’idea di co-progettare soluzioni culturali in un contesto esterno alla mia zona di comfort, lontano dalla mia città di riferimento. Lavorare su un territorio che non conosco, come quello di Bari, rappresenta per me un’occasione preziosa per mettermi alla prova, uscire dalla dimensione locale torinese in cui mi muovo abitualmente, e aprirmi a visioni nuove. Credo profondamente che confrontarsi con persone, contesti e territori diversi, anche geograficamente lontani, sia davvero importante, sia dal punto di vista personale che professionale.
Il laboratorio tocca due temi che mi stanno particolarmente a cuore: la cultura e la comunicazione. In particolare, mi piacerebbe contribuire sul tema dell’accessibilità delle informazioni, che sento affine sia per formazione che per interesse personale. Credo che rendere la cultura accessibile – nei linguaggi, nei formati e nei canali – sia una delle sfide più urgenti di oggi. In un mondo in cui la comunicazione è ovunque e spesso fatta molto bene, è fondamentale saper creare contenuti fruibili per tuttə, inclusivi e capaci di generare ponti, e non barriere!
La tecnologia gioca un ruolo cruciale in questo processo, ed è proprio per questo che cerco costantemente di approfondire strumenti e piattaforme che mi permettano di progettare strategie orientate a una fruizione culturale sempre più universale.
Vedo in questo laboratorio un progetto concreto e condiviso in cui poter sperimentare questi temi, mettendo a disposizione le competenze che ho sviluppato e, soprattutto, imparando dal confronto con persone e approcci diversi dai miei.
Tutte le informazioni relative al mio background accademico e professionale sono raccolte nel portfolio e nel CV allegati al form.
Vi ringrazio per l’attenzione e rimango a disposizione per qualsiasi ulteriore informazione.
ciao! mi chiamo Alessandra, ho 21 anni, sono una designer pugliese e studentessa di Grafica al triennio dell'ISIA di Urbino. Scrivo perché credo fortemente nel vostro approccio open source e collaborativo, e vorrei mettere le mie competenze al servizio di questa proposta.
Come giovane adulta costretta a lasciare la Puglia in nome della mia formazione, spero che questo laboratorio possa essere un primo passo per un futuro ritorno, contribuendo allo sviluppo culturale della mia zona. Mi affascina l'idea di co-progettare strumenti accessibili che connettano comunità e risorse territoriali.
La mia pratica è molto ibrida (tra editoria, fotografia e progettazione partecipata) e sarei entusiasta di renderla utile, imparando dal vostro metodo e collaborando con un gruppo multidisciplinare. per me rappresenterebbe un'occasione unica riuscire a fare questa cosa nella mia zona, e non (come di solito avviene sempre) sparsa per l'Italia.
Grazie per l'attenzione
Ho piacere a partecipare in quanto vorrei inserirmi in un ambiente all'interno del quale, al di là della sfida che per me è soltanto un'opportunità di crescita e non competizione, si respira aria di comunicazione, comprensione, curiosità e progresso. Poter vivere quest'esperienza mi arricchirebbe non soltanto dal punto di vista tecnico, ma anche umanamente, dal momento che ho scelto il tema dell'accessibilità. Mi aspetto di sviluppare ulteriormente l'attenzione nei confronti delle persone e dei loro bisogni, ma più di ogni altra cosa, mi aspetto di vivere stimolanti giornate all'insegna della condivisione di un obiettivo comune: lavorare per il prossimo.
Alô Scuola Open Source,
Mi chiamo Sofia e sono una visual designer portoghese. Il mio lavoro si concentra sulla traduzione visiva di materiale di ricerca attraverso la progettazione grafica, editoriale e dell'informazione. Ho sentito parlare della SOS tramite alcuni amici del master in information design alla DAE. La parte più stimolante e arricchente del master sono stati i workshop perché durante un breve periodo di tempo abbiamo appreso tecniche di raccolta, organizzazione e visualizzazione dati con uno spirito sperimentale e open source. Ecco perché apprezzo molto il vostro progetto di creare uno spazio in cui possiamo imparare, errare, e progettare insieme. Mi piacerebbe molto far parte di questa ciurma. 🪝 ( il mio italiano non è perfetto ma lo conosco un po' )
Mi sono trasferito da un paio di anni a Bari e sono sempre stato interessato ad iniziative come queste senza riuscire, purtroppo, a partecipare attivamente. Da un lato mi interessa entrare in contatto e conoscere persone con i miei stessi interessi, dall'altro penso di avere delle skill per poter contribuire in maniera attiva e propositiva a progetti come questi volti a migliorare la città.
Ciao Pirati! Sono Marco, ho partecipato a due edizioni di XYZ in passato e ho sempre apprezzato lo scambio di idee e umano che si crea nel laboratorio. In questi anni in cui non ci siamo visti ho conseguito un master in Information Design alla Design Academy di Eindhoven, applicando design e sviluppo per progetti di tecnologia critica. Nell'ultimo anno ho lavorato come UI/UX designer per archivi digitali e applicazioni web. Trovo molto interessante la sfida sulla accessibilità delle informazioni, per cui vorrei dare il mio contributo. Spero di poter incontrare vecchi e nuovi volti a questa edizioni, a presto!
Il mio attivismo politico nella città di Bari mi ha portata ad attraversare, sempre rappresentando le organizzazioni di cui ho fatto parte, tantissimi spazi differenti di contaminazione ed elaborazione. I processi di partecipazione sono per me spazi di trasformazione del reale, in cui praticare il "Che fare?", ma soprattutto di crescita, momenti preziosi in cui riusciamo a cogliere punti di vista nuovi, letture inedite, e così costruirne di nuove e collettive.
Al team di selezione di Bari città aperta,
sono Margherita Novembri, una designer multidisciplinare di Roma. Il mio percorso è iniziato alla Libera Università di Bolzano, dove ho studiato visual communication e product design. Attraverso gli studi e le esperienze lavorative mi sono interessata sempre di più a digital e interaction design. Per questo motivo, mi piacerebbe partecipare al laboratorio sull'accessibilità delle informazioni.
Ho sempre avuto una grande sensibilità per le tematiche sociali e durante i miei studi ho avuto modo di incanalare questo interesse, sviluppando soluzioni che mettono al centro l'interazione (digitale e non) tra le persone e tra utenti e artefatti. In entrambe le mie esperienze lavorative (a Roma in un'agenzia e a Bruxelles in una ONG) ho avuto modo di avvicinarmi ancora di più al mondo digitale, imparando ad esempio ad animare e costruire siti web e interfacce.
Conoscevo la scuola open source da qualche anno, ma non avevo mai partecipato a nessuna iniziativa. Quando ho saputo del laboratorio sull'accessibilità delle informazioni, ho subito pensato che potesse essere la mia occasione per partecipare a questo bellissimo progetto. Oltre all'opportunità di lavorare e imparare in vari settori di mio interesse, mi affascina soprattutto l'argomento del laboratorio e il formato didattico XYZ. Per me lavorare in un progetto con finalità culturali collaborando all'interno di un gruppo multidisciplinare ha un valore enorme e sarei onorata di parteciparvi.
Sono convinta che il laboratorio di accessibilità delle informazioni, per il suo approccio digitale e le sue tematiche sociali e culturali, possa essere l’ambiente perfetto per me.
Vi ringrazio per il vostro tempo e la vostra considerazione.
Ciao, sono Maurizio e attualmente mi occupo di UX/UI Design. Negli anni ho avuto possibilità di lavorare con diverse realtà e il mio percorso mi ha messo in contatto con startup, spazi di co-working, ambienti accademici e IT agencies. Il mio lavoro è guidato da un impegno verso l’innovazione e la semplificazione dei processi.
Ho sviluppato progetti per clienti privati e associazioni culturali attente al territorio con particolare attenzione per l’impatto culturale e sociale. Ho frequentato un modulo del Master Relational Design di Abadir con Suq. Magazine che mi ha permesso di affinare il Site-Specific Design, attraverso tecniche di places-scouting che ha caratterizzato alcuni dei progetti a cui tengo particolarmente, per lo scopo sociale che rilanciano e l’attenzione al territorio.
Parallelamente ho maturato competenze in ambito digital come web designer, e nella mia ultima esperienza formativa, ho maturato skills
tecniche che sono servite nella comunicazione e interazione con il territorio, vedi il progetto PZA Pesaro Zona Acustica, e nella tesi di laurea magistrale con Urbandev - Piattaforma phygital di partecipazione dal basso per comunità, amministrazioni e imprese sociali. Entrambe, le esperienze, pensate per vivere a cavallo tra fisico e digitale. Penso di poter essere utile e di avere le conoscenze
e competenze per sviluppare progetti phygital che possano offrire esperienze che attivino i cittadini attraverso touchpoint citizen-centered e processi di partecipazione attiva. Ho idea che il design debba essere messo a servizio di questi obiettivi etici e strutturali per provare a risolvere la complessità della città e comunità contemporanea.
Partecipo per curiosità e desiderio di apprendere nuovi metodi. Sono un’attivista, designer e dottoranda, e la mia ricerca è incentrata sulla partecipazione collettiva e sull’attivismo civico, approfondendo il rapporto tra culture plurali, territorio, cittadinanza e comunità plurali, con un focus specifico sulle comunità migranti.
Quello che spesso resta da esperienze come questa è l’incontro con persone portatrici di prospettive diverse, lo scambio di conoscenze situate, e la possibilità di mettersi in discussione, anche attraverso conflitti positivi. È per questo che sto presentando la mia candidatura.
Ciao!
Mi chiamo Ludovica Meneghella e sono una designer multidisciplinare, e mi interessano particolarmente il motion design e il social design. Da sempre cerco di unire il mio lavoro creativo a temi che abbiano un impatto sociale concreto, anche attraverso esperienze di volontariato.
Sono nata a Bari, a Japigia, ma vivo fuori dalla mia città da quando avevo 18 anni. Oggi vivo a Torino, dove vedo una scena culturale viva e accessibile, alimentata anche dal basso, da realtà indipendenti come collettivi e associaizoni. Quando torno a Bari, invece, mi colpisce la difficoltà di intercettare eventi e iniziative in ambito culturale. Dal confronto con coetanei e non, è emersa la sensazioni che il viversi la città sia limitato a prendersi una birra nei pub. Penso che una parte del problema sia legata all’accessibilità delle informazioni, non solo all’offerta in sé. Vorrei lavorare proprio su questo tema: rendere più visibile l'offerta culturale esistente, in modo anche da alimentare la produzione spontanea di offerte simili.
Se partecipassi al laboratorio, porterei un forte interesse per il tema, competenze visive e progettuali, e la voglia di fare qualcosa per la mia città, anche se non ne usufruirò direttamente.
Mi chiamo Vanessa Riela, sono dottoranda in Filosofia presso l’Università degli Studi di Bari Aldo Moro e mi candido con convinzione alla call Bari Città Aperta perché riconosco in questo progetto un terreno fertile per un pensiero critico che si traduca in pratiche trasformative, collettive e radicate nello spazio urbano. Da anni mi occupo di ricerca, attivismo e di organizzazione di eventi politici e scientifici anche sul territorio cittadino in quanto credo fermamente nel valore della partecipazione attiva come pratica trasformativa, in grado di generare immaginari condivisi e politiche del possibile a partire dal basso e per questo ho deciso di candidarmi alla call Bari Città Aperta.
Il mio percorso accademico si intreccia con esperienze plurali di militanza politica, rappresentanza studentesca, progettazione di eventi culturali e di riflessione teorico-politica sui temi della giustizia sociale, della parità partecipativa, delle identità marginalizzate e del rapporto tra corpi, spazio urbano e potere. Durante il periodo nell’associazione studentesca Link, ad esempio, ho partecipato attivamente al Tavolo Tecnico LGBTQIA+ del Comune di Bari, contribuendo all’organizzazione di iniziative volte a contrastare le discriminazioni e a generare spazi di dialogo tra le differenze, così come l'adesione ai diversi coordinamenti del Puglia e Bari Pride convergeva nell’obiettivo collettivo di costruire spazi sicuri, inclusivi e per tutte e tutti.
Anche il mio percorso dottorale si interseca con tali fini: la mia attività di ricerca indagando i temi della giustizia, del riconoscimento e della vulnerabilità attraverso le autrici femministe Nancy Fraser e Judith Butler, le quali offrono strumenti fondamentali per leggere e abitare criticamente il presente, si è concretizzata in pubblicazioni scientifiche, partecipazioni a convegni internazionali e progetti culturali di terza missione; inoltre durante lo stesso ho svolto un periodo di stage formativo presso il Segretariato Sociale dell’Assessorato al Welfare del Comune di Bari rivolto ai senza fissa dimora grazie il quale ho potuto constatare meglio il modo in cui il tessuto urbano e istituzionale risponde alla richiesta di inclusività e di integrazione sociale.
Il progetto di Bari Città Aperta mi colpisce per la sua vocazione radicalmente inclusiva e per l’approccio che coniuga ricerca teorica e intervento pratico, cura dei luoghi e delle relazioni, militanza culturale e apertura ai conflitti. Mi piacerebbe dare il mio contributo a questo laboratorio collettivo portando con me una postura riflessiva, ma anche concreta, maturata tra accademia, militanza e pratiche organizzative: dal coordinamento di collettivi studenteschi all’ideazione e moderazione di eventi pubblici, fino alla produzione di contenuti e progetti che attraversano i saperi e i territori.
Credo che il futuro di Bari – come ogni città viva – si giochi nella capacità di immaginare nuove forme di convivenza, di dirsi reciprocamente benvenutə, di costruire ponti tra le soggettività. Per questo, mi piacerebbe essere parte di questa esperienza e contribuire attivamente al suo processo di costruzione.
Resto a disposizione per eventuali approfondimenti e ringrazio per l’attenzione.
Riassumerei la mia volontà alla partecipazione al laboratorio con una frase: sono nato e cresciuto al nord, ma la mia famiglia è interamente proveniente da Bari.
Da un po' di tempo a questa parte sto attivamente cercando la mia propria modalità per tornrae sempre più spesso a Bari e contribuire al suo tessuto socio-culturale, applicando le mie conoscenze ed esperienze, seppur brevi.
Ho studiato Progettazione Culturale, e da quasi un anno lavoro per una fondazione in-house del Comune di Bologna, che si occupa di ricercare, sviluppare e produrre innovazione per la città, soprattutto attraverso le metodologie figlie mondo dell'innovazione sociale e della rigenerazione urbana, con una forte attenzione alla prossimità.
Negli ultimi anni ho capito che mi voglio occupare di progettazione culturale, ma anche che mi piacerebbe non limitarmi a questo: mi rendo conto sempre più di come gli approcci eccessivamente settoriali rischino di portare a risultati parziali. Credo infatti che un laboratorio come questo possa dare l'opportunità di creare un contesto realmente diversificato ed eterogeneo, e che sia in grado di far confluire diversi know-how, nell'ottica di pensare in termini realmente trasformativi e innovativi. Mi aspetto anche di apprendere nozioni e metodologie che possano tornare utili a me e al mio lavoro, ma anche e soprattutto di trovare il modo di mettermi in gioco e fornire il mio contributo per quello che potrò.
Il cambiamento inizia dagli spazi residuali, dalle possibilità che esprime il margine rispetto al centro, non inteso come confine ma come luogo dello scambio e di ibridazione. In questo modo uno spazio residuale può generare cambiamento resistendo all’omologazione e all’egemonia del convenzionale. In quest’ottica immaginare di costruire una visione nuova di città, passa dalla sua possibilità di farsi attraversare, comprendere e modificare. Queste caratteristiche sono fondamentali quando messe in atto da ogni cittadino che partecipa al cambiamento piuttosto che subirlo.
Il mio approccio al percorso BARI CITTà APERTA è quella di un artigiano con formazione da architetto e designer di prodotto che si relaziona con la città con gli strumenti di chi gli spazi li cambia con le mani, attraverso processi di autoproduzione e autocostruzione. Realizzo laboratori tessili aperti alla comunità, sia nel mio atelier che nelle residenze artistiche a cui sono stato invitato, con la pretesa di trasformare le strade urbane in laboratori nomadi, luoghi della condivisione e dell’apprendimento. Con questi interventi propongo un modo nuovo di vivere lo spazio pubblico e un tentativo di trasformarlo con i corpi. In questo senso credo che questo appuntamento sia un’opportunità per interagire con professionisti e persone provenienti da percorsi differenti per costruire un modello di città aperto e generativo.
Buonasera a tutti gli organizzatori di Bari Città Aperta! Sono un’architetta di formazione e, circa un anno fa, ho sentito il desiderio di ampliare le mie competenze per avvicinarmi al mondo della user experience. Fin da subito, sono rimasta profondamente colpita da un approccio progettuale che pone le persone al centro e che sviluppa soluzioni a partire dall’ascolto e dalla ricerca con gli utenti.
L’idea che un progetto possa nascere da un’intelligenza collettiva e condivisa è ciò che mi ha spinta a candidarmi per questa esperienza di co-progettazione, che sarebbe un’occasione preziosa per mettermi alla prova in un contesto urbano reale, incontrare persone nuove e una bellissima opportunità di crescita professionale.
Uno dei temi che mi sta particolarmente a cuore è quello sull’accessibilità delle informazioni: fare in modo che ogni cittadino possa reperire facilmente le informazioni per costruire un senso di appartenenza civica. Osservare come gli interventi urbani trasformino significativamente l’uso dello spazio pubblico alimenta il mio entusiasmo ed il mio desiderio di contribuire a rendere questi luoghi ancora più accessibili ed inclusivi grazie alla tecnologia.
Sono laureata in industrial e product design. Ho lavorato sull’accessibilità e inclusività progettando una microcar per le città inclusiva dal punto di vista ambientale, dei materiali e che permetta l’accesso a una doppia utenza: persone su sedia a rotelle e non.
Progettare per l’accessibilità mi ispira e stimola a dar sempre il meglio di me. Vorrei rendermi utile, far qualcosa per la città che vivo e amo intensamente e contribuire grazie ai miei studi e alla mia mente!
Bari città aperta è un’opportunità unica per provare a rispondere in maniera collettiva ad alcune delle sfide urbane contemporanee in un contesto originale e trasparente. Voglio partecipare a quest’esperienza collettiva perché credo che le soluzioni a problematiche urbane, di interesse generale possano trovare risposta solamente attraverso un approccio trasversale, di dialogo tra gli stakeholders e puntando al mantenimento di un coordinamento fluido. Spero che le mie esperienze professionali in quanto urbanista per progetti di sviluppo territoriale in contesti internazionali diversi, per lo più città africane ed asiatiche, possano contribuire alla co-progettazione di soluzioni nel territorio metropolitano di Bari. Mi aspetto un’esperienza umana ricca di scambi ed apprendimenti, che interfacci un insieme di profili con competenze multidisciplinari, nell'ottica di sviluppare proposte tecnologiche precise ed utili, partendo dai bisogni reali dei cittadini e delle cittadine.
Perchè mi piace molto l'approccio della scuola open source che ho avuto modo di conoscere durante un workshop di coding generativo durante il mio percorso di studi in Interaction Design presso UNIRSM. Trovo questo Lab una bella iniziativa per contribuire a una forma di progettazione pro attiva, comunitaria e condivisa che chiama a riflettere su temi sociali con delicatezza e voglia di miglioramento collettivo.
Desidero partecipare al laboratorio di ricerca e co- progettazione per approfondire strumenti e metodologie legate all’attivazione delle comunità e alla riqualificazione partecipata dei territori. Attualmente collaboro a progetti che uniscono architettura, pratiche partecipative e sviluppo locale, come la creazione di un Distretto Urbano del Commercio a Corato e iniziative di valorizzazione di spazi verdi. Credo che questa esperienza possa offrirmi conoscenze e connessioni preziose per rafforzare l’impatto sociale delle attività che svolgo e future.
Salve,
mi chiamo Elena Iosca, ho 25 anni e mi definisco una meridionalista. Non sono un’accademica, né ho ancora compiuto azioni significative a sostegno del Mezzogiorno, ma sento il bisogno di restare, capire, costruire.
Allo stesso modo, mi sento ambientalista: mi coinvolgono profondamente le sfide e le battaglie per un mondo più sano e abitabile.
Per questi motivi, ammetto di aver vissuto un momento di esitazione prima di candidarmi: da un lato l’opportunità concreta di contribuire a progetti locali, dall’altro la presenza di partner aziendali il cui operato potrebbe risultare, in alcuni casi, distante dai miei valori.
Spoiler: eccoci qui.
Perché credo nel confronto, perché voglio scoprire realtà in cui poter crescere e contribuire, senza dover rincorrere altrove le opportunità che mancano qui.
Sono laureata in Ingegneria Civile e Ambientale e attualmente in una fase di scelta della magistrale. Partecipare a “Bari Città Aperta” rappresenta per me un’occasione preziosa per orientare il mio percorso e, al tempo stesso, contribuire in modo consapevole e attivo.
Mi stimola molto lavorare con persone diverse che hanno interessi diversi, penso sia un'ottima possibilità di contaminarsi a vicenda. Sono rare le opportunità per confrontarsi in questo modo su tematiche reali del nostro territorio; il fatto che si tratti di Bari penso sia una sfida da cogliere al volo per contribuire a valorizzare questa città in forte crescita. Trovo che ci siano elementi molto allettanti: scambio, co-progettazione, sfide urbane che alla fine prendono forma in output concreti e accessibili. Infine il tema delle risorse idriche e in particolare dell'acqua mi ha da sempre affascinata e ho avuto modo di affrontarlo in qualche progetto di ricerca (legato all'Acquedotto Pugliese).
Studentessa di Ingegneria Edile, interessata all'ambito urbanistico, della progettazione del territorio e dei temi legati alla socialità e comunità, trovo fortemente coinvolgente la partecipazione a questo progetto per usufruire della possibilità di coesione tra i diversi ambiti, poterne partecipare attivamente e incrementare le mia conoscenze, mettendole a confronto con una realtà concreta.
Alla cortese attenzione del team di Scuola Open Source, (Ciaoo 😊)
mi chiamo Matteo, sono uno studente del Master in Information Design presso la Design Academy di Eindhoven, e desidero candidarmi per partecipare al workshop "Y" nell’ambito del programma XYZ.
La mia pratica progettuale si fonda sulla ricerca e, in particolare, sulla comunicazione dei suoi risultati attraverso strumenti visivi e narrativi. Credo fortemente che il design debba agire come un ponte tra la complessità del mondo e le persone che lo abitano. In questo senso, i dati rappresentano per me non solo uno strumento analitico, ma anche un mezzo per generare consapevolezza, empatia e trasformazione.
Il tema del workshop Y mi interessa particolarmente per due motivi: da un lato, perché rappresenta un’occasione concreta per lavorare con dati situati e collettivi, legati a un dataset di natura biologica; dall’altro, perché mi permetterà di affinare competenze tecniche e progettuali nella data visualization, che intendo approfondire ulteriormente nel mio progetto di tesi.
La mia ricerca di tesi si concentra sugli effetti ambientali, sociali e sanitari della presenza dello stabilimento Ilva sul territorio e sulla popolazione di Taranto. Si tratta di un’indagine che richiede la raccolta, l’analisi e soprattutto la restituzione accessibile di dati spesso frammentati o difficili da leggere. Partecipare al vostro laboratorio mi fornirebbe un contesto sperimentale per testare approcci nuovi alla visualizzazione e al racconto dei dati, aiutandomi a costruire un linguaggio più chiaro, sensibile e incisivo.
Sono motivato, curioso e desideroso di confrontarmi con un gruppo di lavoro multidisciplinare. Conosco e stimo il lavoro della Scuola Open Source, e ho già partecipato all’edizione di XYZ svoltasi nel 2022 a Sannicandro di Bari.
Attendo vostro riscontro e spero di potervi incontrare presto a Bari,
Cordiali saluti
Ciao, mi chiamo Federico Ambra e sono un motion designer a cui piace sperimentare molto con le nuove tecnologie.
L'idea di far parte a questo progetto risponde ad un esigenza personale di trovare modalità partecipative e collettive di fare design e comunicare. Da sempre nel mondo della comunicazione e del design applicato all'ambito commerciale, si inseguono idee di profitto e si ricercano soluzioni che spesso hanno poco o nulla a che fare con le reali problematiche delle comunità a cui si rivolgono.
Prendere parte a questo percorso rappresenta ’occasione perfetta per uscire da queste logiche e sperimentare un modo diverso di fare design: uno strumento a servizio delle persone, capace di veicolare messaggi profondamente connessi a istanze sociali e territoriali.
Inoltre la possibilità di entrare in contatto con persone provenienti da ambiti diversi e apprendere nuovi punti di vista rappresenta una possibilità umana irripetibile.
Mi chiamo Nicoletta Lorusso, Nica per tutti, ho quasi 27 anni e sono orgogliosamente barese. Da un paio d’anni mi sono trasferita a Pisa per ricominciare a studiare: sentivo forte il bisogno di colmare il divario tra immaginazione, sviluppo tecnologico e fattibilità concreta, per poter contribuire in modo attivo e consapevole.
Sto per concludere la laurea magistrale in Bionics Engineering, un percorso che mi ha insegnato, tra le tante cose, quanto sia cruciale osservare, misurare, raccogliere dati e – soprattutto – trasformarli in comprensione e azione.
Mi candido quindi alla challenge “Ambiente” perché credo nel bisogno alla base e penso possa essere in linea con le mie attuali competenze. Recentemente ho avuto l'opportunità di cimentarmi in un’attività laboratoriale sulla sensorizzazione di cateteri: un ambito apparentemente distante, ma che in realtà condivide molti punti chiave con le sfide ambientali. Anche lì si parte dall’analisi dei bisogni e dello stato dell’arte, si progettano sensori per raccogliere dati, si interpreta ciò che si misura e si progetta un’interfaccia che tenga conto dell’esperienza dell’utente, lato medico (utilizzatore attivo), paziente (utilizzatore passivo, fondamentale) o, per analogia, un cittadino.
Parallelamente, mi occupo anche di divulgazione e team building: faccio parte del team di TEDxPisa, convinta che la condivisione di idee, la contaminazione e la connessione tra persone siano strumenti essenziali per la crescita – individuale, ma anche sociale e culturale. Sono molto legata al pensiero creativo e al "gioco", che per me è una cosa seria. Mantenere alto l’engagement è una delle chiavi per la riuscita di qualsiasi attività, e trovare i metodi giusti è, ogni volta, una sfida stimolante.
Infine, ma non per importanza, c’è Bari. Il desiderio di contribuire alla mia città in un momento di grande fermento e cambiamento è una motivazione stimolante. Vorrei sentirmi parte attiva di questo slancio, perché tornare con nuove competenze e prospettive è, per me, il modo più naturale di dare senso a ciò che ho imparato.
Ciao, sono Luca, faccio il visual designer ma sto cercando di smettere. Sono interessato a metodi di interazione tra persone e entità che abitano il pianeta: piante, animali, sassi, batteri, funghi, esseri computazionali, virus. Sono convinto che progettare sia un atto politico e come tale vada fatto insieme. La gestione del verde pubblico è un tema che mi affascina perché comprende natura, società e tecnologia. Credo che mettendo in relazione queste tre, ragionando collettivamente, si possa costruire un futuro sostenibile a livello ambientale e sociale.
Sono una persona molto formata e informata sui temi AI e approcci data-driven. Tuttavia, metto anche molta enfasi sui miei valori, ambiente incluso. La maggior parte delle applicazioni dei dati, francamente, mi annoia, e sono convinto che si possa fare roba molto più interessante. Partecipare a quest'opportunità mi darebbe modo di mettere mano in un argomento che bramo sia più enfatizzato quando i laureandi di data science vengono formati.
Sono laureata in sostenibilità sociale e management del welfare. Provengo dal territorio garganico, territorio caratterizzato da un elevata componente naturalistica, ma ahimè in via di distruzione a causa del turismo massivo e delle politiche locali che lo permettono. Mi piacerebbe partecipare per avere nuovi spunti di riflessione. Sono tematiche che mi interessano molto. Ho fatto una tesi sulla partecipazione nelle politiche ambientali e mi piacerebbe molto avere spunti di riflessione per capire come attuarle a livello urbano.
Mi piacerebbe imparare dalla scuola open che per ora seguo solo sull'internet ma anche dare un contributo nella progettazione urbana sostenibile. Sono interessato soprattutto a quali specie vegetali sono più adatte ai diversi contesti cittadini, avendo esperienza in altre città (Trieste e Torino) ma anche alla parte di sensoristica e controllori avendoci lavorato in azienda.
PS: Questa iscrizione arriva il giorno dopo la scadenza perché dovevo aspettare l'esito di un lavoro e non avendola fatta subito mi è scappata la scadenza, mi dispiace e spero possa essere presa in considerazione comunque.
Mi chiamo Piergiorgio Favia e da oltre dieci anni opero come progettista indipendente con un focus sull’ideazione e realizzazione di iniziative orientate alla sostenibilità sociale, ambientale e culturale. Attraverso la mia attività, ho avuto modo di curare proposte in ambito europeo, nazionale e locale, molte delle quali finanziate e attualmente in corso. Mi candido a questa iniziativa spinto dal forte desiderio di entrare in relazione con contesti e persone che, come me, credono nel potenziale trasformativo della co-progettazione, nella centralità dell’utente e nella sperimentazione di modelli di innovazione sociale. Ho sviluppato un approccio metodologico che integra strumenti come il Design Thinking e il Dragon Dreaming, che ho approfondito attraverso un laboratorio esperienziale focalizzato sulla progettualità collettiva e rigenerativa.
Nel mio lavoro, costruire processi partecipativi autentici e sostenibili è sempre stata una priorità: non solo per generare impatti misurabili, ma anche per favorire la nascita di comunità resilienti e capaci di immaginare il futuro in modo condiviso. In questo senso, considero questa un’opportunità preziosa per mettere in gioco le mie competenze, apprendere da nuove prospettive e contribuire alla costruzione di visioni e pratiche capaci di attivare cambiamenti concreti e inclusivi.
Sarei grato di poter partecipare a questa esperienza e contribuire attivamente con la mia visione e il mio bagaglio professionale. Resto a disposizione per ogni ulteriore approfondimento e vi ringrazio per l’attenzione.
Gentili organizzatori, mi chiamo Giorgio De Lazzari Pinnelli e desidero partecipare alla nuova edizione di Bari Città Aperta con particolare interesse per la sfida dedicata alla sostenibilità ambientale.
Sto attualmente lavorando alla mia tesi sull’inquinamento marino, un tema che mi tocca da vicino e che ritengo urgente affrontare anche attraverso approcci concreti, creativi e collettivi. Il mio percorso formativo e personale si muove tra i mondi dell’arte e della tecnologia: ho sviluppato competenze multidisciplinari che spaziano dagli aspetti tecnico-scientifici, come la prototipazione elettronica e l’utilizzo di Arduino, fino a quelli artistici, come la narrazione visiva, il design e l’animazione digitale.
Ho un canale YouTube dove condivido progetti originali in ambiti come il product design, la robotica, gli effetti speciali, i cartoni animati, le opere d’arte e il fai-da-te coltivando la mia passione per la tecnologia e per gli oggetti interattivi.
Attraverso Bari Città Aperta vorrei entrare in contatto con persone nuove e con i più svariati background, confrontarmi con coetanei che condividano la mia curiosità e voglia di progettare imparando nuovi modi di lavorare in gruppo e affrontando problemi reali in modo collaborativo e sperimentale. Sono entusiasta all’idea di contribuire attivamente alla co-progettazione di soluzioni ambientali innovative in un contesto aperto, partecipato e interdisciplinare come questo.
Ringrazio per l’attenzione e allego il mio CV per una vostra valutazione. Resto a disposizione per eventuali approfondimenti o colloqui.
interessato a sperimentare in processi trasformativi urbani attraverso momenti diprogettazioni conviviali vivendo la città
Sono un maturando del Liceo Artistico Grafico "Vespucci-Colombo" di Livorno. È stato il mio professore di discipline grafiche, Tommaso Megale, a parlarmi del vostro laboratorio, ed ho capito che era l'opportunità che stavo cercando.
Voglio partecipare perché questo progetto unisce tutto ciò che mi appassiona: il graphic design, l'impegno concreto e un'affinità di pensiero sui temi del lavoro e della produzione che trovo fondamentale. Per me sarebbe il modo perfetto per inaugurare il mio portfolio post-diploma con qualcosa che abbia un valore reale e che mi rappresenti.
Sono molto interessato al mondo in cui spero di inserirmi professionalmente e credo di avere le basi giuste. Nell'ultimo anno, mi sono "sporcato le mani" organizzando le attività dei collettivi studenteschi, dove mi sono ritrovato a fare da "art director" per tutta la parte di propaganda, coordinando i miei compagni e lavorando in team per un obiettivo comune. Ho anche partecipato a concorsi e progetti scolastici, sempre con ottimi voti e risultati.
L'esame di maturità mi sta assorbendo completamente, ed è l'unico motivo per cui non posso ancora allegare un CV o un portfolio definitivi. Ma la mia determinazione e la mia voglia di contribuire sono già pronte.
Spero che la mia candidatura possa essere presa in considerazione.
Sono Eva Brami, ho 26 anni e la necessità di impiegare il mio tempo e le mie conoscenze a beneficio delle comunità e degli ecosistemi in cui queste vivono. Credo che a livello individuale ma soprattutto collettivo sia importante restituire, attraverso la propria attività, più valore di quello che estraiamo.
Nel corso degli anni si sono delineati chiaramente i miei valori: empatia, cura, ascolto, ricerca, gioco e consapevolezza; facendomi guidare da questi, sono sempre in cerca di esperienze e persone con cui crescere insieme.
Conosco il progetto da anni da quando è nato, e so che questo è uno dei rari posti in cui il senso critico e la creatività sono messi davvero al servizio di uno scopo più grande, in un ambiente stimolante e di crescita. Sono sicuro di poter apprendere tanto e contribuire al progetto, grazie sia al mio approccio strategico che alla mia esperienza nel mondo creativo.
Sono uno studente di Informatica presso l'uniba che si avvicina alla laurea. Trovo l'evento in generale estremamente interessante e basato in una città che amo, inoltre ho voglia di mettere alla prova le conoscenze acquisite in questi anni di università. Ho avuto già modo di studiare e progettare un semplice agente chatbot nei temi dell'accessibilità delle informazioni, e anche se non sono sicuro di poter sviluppare qualcosa di grandioso, penso di poter mettere parte delle mie conoscenze in buon uso. Inoltre, sono molto interessato al lato ux/ui design, di cui vedo molti docenti da cui sono sicuro di poter apprendere.
Gentili organizzatori,
sono Anna Argese, neolaureata in Economia Aziendale e attualmente studentessa magistrale in Innovazione, Governance e Sostenibilità presso l’Università degli Studi di Bari. Desidero candidarmi al programma Bari Città Aperta perché riconosco in questa iniziativa un’occasione preziosa per rafforzare la mia formazione civica e politica, mettendo in campo le competenze e la visione che sto costruendo grazie a percorsi di studio, progettazione e attivazione sul territorio.
Nel mio cammino accademico e professionale ho sempre cercato di connettere sostenibilità, inclusione e innovazione. Dopo anni nel settore privato, ho deciso di rimettermi in gioco, scegliendo di completare i miei studi e impegnarmi attivamente in iniziative di impatto sociale. Oggi collaboro come tutor universitario in laboratori di design thinking per l’innovazione e ho tenuto corsi di orientamento sull’intelligenza artificiale nelle scuole superiori, con particolare attenzione al superamento del gender gap nei settori STEM.
Sono parte di una rete di donne che lavorano per costruire opportunità nel Sud Italia, e in particolare in Puglia, credendo nella forza della condivisione e della partecipazione come leve di cambiamento. Per questo sento profondamente affine la missione di Bari Città Aperta: contribuire a una città più equa, consapevole, sostenibile e accessibile, dove il pensiero critico, la giustizia sociale e il confronto siano al centro dell’agire quotidiano.
Mi candido con entusiasmo, pronta a mettermi in discussione, a costruire relazioni significative e a contribuire, con le mie competenze e con il mio impegno, alla costruzione di una città realmente “aperta”.
Vi ringrazio per l’attenzione e resto a disposizione per approfondire la mia candidatura.
Cordialmente,
Anna Argese
Sono attualmente dottoranda e mi occupo di tematiche strettamente connesse a quelle affrontate nel laboratorio. Per questo motivo, sono fortemente interessata a parteciparvi: credo infatti che il confronto diretto con attività pratiche possa arricchire significativamente il mio percorso di ricerca, che finora si è concentrato soprattutto sull’analisi della bibliografia di riferimento.
Inoltre, mi interessa particolarmente l’approccio interdisciplinare del laboratorio, che considero un’occasione preziosa per dialogare con persone provenienti da ambiti diversi dal mio e ampliare così lo sguardo con prospettive nuove e complementari.
Partecipare al laboratorio rappresenterebbe per me un’importante opportunità di crescita.
Ho scelto di tornare in Puglia, spinta dal desiderio di restituire valore a una terra in cui credo profondamente, una terra ricca di potenzialità spesso inascoltate che merita nuove energie e visioni condivise.
Sento il Design intessuto nella mia pelle, è il mio strumento, non solo per creare, ma per attivare dialoghi, immaginare futuri possibili e costruire processi partecipativi che lascino traccia.
Sento il bisogno – e la responsabilità – di mettermi in gioco, condividere visioni e lavorare insieme a chi, come me, vuole trasformare l’energia collettiva in azione con l'obiettivo di far fiorire la nostra magnifica spesso incompresa regione.
Credo nel valore del lavoro collettivo e pazzo, soprattutto quando si tratta di sviluppare Tecnologia Politica a partire dal basso.
Quando sono venuto a Bari, qualche giorno fa, parlando con Alessandro ho realizzato la potenza e il valore di stare in situazioni complesse, controverse, conflittuali e perseguire nonostante tutto una creatività critica e aperta. È impossibile riuscire a far questo da solз, la dimensione corale e condivisa, per quanto meno veloce e talvolta più faticosa, rende ogni missione più resiliente e accessibile.
Vorrei partecipare perché ho tante ideucce che mi piacerebbe proporre e sviluppare insieme alle teste incredibili che parteciperanno a Bari Città Aperta.
Spero di vedervi lì ❤️
Ciao SOS,
sono Carlotta – ci siamo conosciut3 durante alcuni passati xyz. Ho partecipato quando ero all’università, e per xyz è stato uno dei primi spazi n cui ho capito di essere – o almeno di voler diventare – una pirata. È stato uno dei primi momenti in cui ho trovato persone che credevano che sovvertire fosse possibile e necessario. Che si potessero costruire alternative senza conformarsi a un modo di fare progettazione poco sostenibile e profondamente capitalista.
Negli anni di pausa di xyz, ho lavorato come designer in due mondi paralleli: da un lato una società di consulenza, dall’altro il terzo settore, come attivista e operatrice in un’associazione. A settembre scorso ho sentito che non riuscivo più a tenere separati questi due binari. Avevo bisogno di una forma più coerente e solida, che mi permettesse di lavorare in allineamento con i miei valori: transfemminismo, intersezionalità, sostenibilità sociale e ambientale.
Da quasi un anno sono in ricerca, alla ricerca. Collaboro con realtà diverse, provo, sbaglio, riadatto, aggiungo pezzi alla mia valigia. E quando ho visto rinascere xyz, con nuove vesti, in dialogo con municipalità e aziende, ho sentito un richiamo fortissimo rispetto a questo momento della mia vita.
Per questo vorrei partecipare: per capire come xyz sia cresciuto, cambiato, trasformato. Un po’ come si fa con un’amica di vecchia data del sud: ci si è incontrate per valori e visioni comuni, si sono percorse strade diverse in giro per l'italia, si è cresciute, si sono incontrate nuove alleate, si è tornate al sud e ci si rincontra per abbracciarsi e confrontarsi
L3 pirat3 possono creare sovvertire stando dentro il sistema?
Sono curiosa di scoprirlo con voi.
Carlotta
È da tempo che mi interrogo sulle potenzialità delle valute complementari all' interno dei sistemi della cultura...club, teatri, musei che lavorano su un sistema economico parallelo da accompagnare ad un sistema virtuoso di produzione di crediti spendibili tramite un modello earning by doing
Sono nato e cresciuto in questa città e ho visto con i miei occhi come stia cambiando in meglio nel tempo; poter partecipare attivamente a questo cambiamento sarebbe per me un motivo di grande orgoglio.
Cara squadra di Bari Città Aperta,
sono Maria Pia Perticone, da poco laureata in Design del Prodotto Industriale all’Università di Bologna, e sono entusiasta di candidarmi per questo laboratorio perché penso che sia l’opportunità perfetta per me di mettere in gioco le mie passioni, le mie competenze e la mia curiosità.
L'anno scorso ho seguito un workshop sul Service design condotto da Omar Vulpinari, che mi ha aperto gli occhi sul mondo del design sistemico e dei servizi. Da allora ho cambiato il mio approccio e ho scoperto di essere estremamente interessata alla ricerca come strumento per entrare in contatto con le persone, ascoltarle e dar forma a soluzioni che nascano dai loro bisogni.
Sono una persona curiosa, empatica e un'ottima ascoltatrice. Ci tengo a sottolineare queste caratteristiche personali perché sono convinta che il design non sia solo una questione di idee, ma anche di comprensione delle persone e dei loro bisogni. È proprio per questo che sono affascinata dall’approccio didattico “learning by doing” delLa Scuola Open Source, dalla sua proposta educativa alternativa , dalla collaborazione continua con docenti e professionisti di grande esperienza ed enti pubblici e privati. È l’opportunità di imparare tanto, di entrare in una comunità dove le idee nascono dalla condivisione e dal rumore (perchè no ?!).
Sono entusiasta all’idea di esplorare nuovi strumenti con i miei compagni e testare insieme nuove idee, perché lavorare all’interno di un team multidisciplinare è estremamente utile per la realizzazione di un qualsiasi progetto e stimolante per la mia crescita come designer.
Al di là della mia formazione accademica, la mia passione per la sostenibilità e per il patrimonio culturale ha profondamente influenzato la mia visione come designer. Attraverso la mia esperienza di volontariato con il FAI (Fondo per l’Ambiente Italiano), ho compreso l’importanza di tutelare il nostro patrimonio artistico e paesaggistico e quanto i designer possano essere partecipi e responsabili di questo processo. È per questo che vorrei partecipare alla creazione di un sistema/servizio che migliori la qualità della vita urbana, nei campi della cultura, dell’ambiente e dell’economia.
Non vedo l’ora di scendere in campo, di confrontarmi con altri ragazzi e professionisti, di immaginare come la progettazione possa diventare uno strumento capace di generare un impatto positivo per la comunità e in modo specifico di creare una rete solidale tra cittadini e attività commerciali locali.
Ringrazio per l’attenzione e spero di aver l’opportunità di partecipare a questo laboratorio.
Un saluto,
Maria Pia Perticone
Vivere Spazio13 dall'interno, fare esperienza di un xyz, supportare il progetto con la mia partecipazione.
Vorrei partecipare perché abito questa città e mi piacerebbe contribuire a migliorarla, trovando scambio, condivisione, contaminazione e confronto con l3 altr3 partecipanti. Attualmente gestisco, con il gruppo locale di Fridays For Future, il Chiosco Mimmo Bucci al quartiere Libertà, ma sono attivo in molteplici organizzazioni e iniziative, locali e nazionali.
Ho studiato Marketing in triennale ed Economia Sociale in magistrale: mi piacerebbe applicare queste conoscenze mettendole a disposizione delle attività commerciali virtuose. Le collaborazioni che porto avanti sul territorio con Banca Etica e Altromercato credo possano essere fondamentali, così come il tirocinio che ho svolto presso un centro che si occupa di comunità energetiche sfruttando l'approccio della gamification e le strategie basate sull'economia comportamentale, argomento sul quale ho incentrato poi anche la mia tesi.
Un anno fa ho deciso di trasferirmi a Bolzano per iniziare la magistrale in eco-social design perché sentivo il desiderio e l’esigenza di sviluppare dei progetti che potessero avere un concreto valore sociale e ambientale. Non sentivo di avere gli strumenti necessari per affrontare questa complessità dopo il mio percorso triennale.
A distanza di sette mesi dall’inizio della magistrale posso dire che non avrei potuto fare scelta migliore che proiettarmi in questa direzione che mi sta portando a scoprire tecniche di ricerca, a sviluppare processi partecipativi e di co-creazione, e a comprendere meglio il sistema societario in cui viviamo e molti altri aspetti che non starò qui ad elencare.
Bari città aperta è ai miei occhi una bellissima occasione per mettere in campo queste competenze e tematiche, che mi appassionano particolarmente, in un nuovo stimolante contesto. Entrare in contatto con persone che stanno facendo esperienze o che hanno interessi simili ai miei, sento che possa essere un incontro estremamente arricchente per il mio, ancora giovane, percorso.
La terza direzione mi interessa particolarmente: mi darebbe la possibilità di pensare e provare ad esplorare un sistema, dispositivo o piattaforma che possa promuovere una rete di connessione tra cittadini e attività locali al fine di sviluppare un modello alternativo di fruizione, sia di beni materiali che immateriali. Sento che sviluppare delle alternative, che si affianchino e offrano nuove possibilità di consumo, sia di particolare urgenza. L’apparente infermabile produzione industriale/intensiva abbinata alla instabile situazione geo-politica, climatica e sociale rischia di schiacciare le maestranze locali e cancellare la diversità che offrono e la loro funzione sociale all’interno di una comunità.
Sto cominciando a sperimentare un progetto sociale e di economia della condivisione per permettere a tutte le persone, negozi e associazioni di prestare o noleggiare oggetti di qualunque tipo e all'interno di comunità (es, condomini, associazioni in un'area geografica ecc) attraverso un app. Il mio interesse principale è sviluppare le realtà locali e incentivare le pratiche di sostenibilità ambientale, sociale ed economica. Sono alla ricerca di nuovi stimoli e idee, per cui il progetto che proponete mi sembra una buona opportunità per mettermi a disposizione e per imparare dalle persone che parteciperanno e dai docenti.
Sono convinto che l’innovazione sociale nasca dalla sinergia tra diverse competenze e prospettive, e credo fermamente nel potere della comunità nel generare soluzioni concrete ai problemi urbani.
Partecipare a “Bari Città Aperta” mi permetterebbe di mettere in pratica le mie competenze in un contesto stimolante e di apprendere da altri professionisti e cittadini impegnati nel miglioramento della città.
Le mie aspettative sono quelle di contribuire attivamente alla progettazione di soluzioni innovative, di ampliare la mia rete professionale e di acquisire nuove conoscenze che possano arricchire il mio percorso professionale e personale.
Mi piacerebbe molto partecipare a questo laboratorio, perché credo nel potere intrinseco delle comunità e credo che la loro forza generatrice sia spesso ingiustamente sottovalutata. Credo fortemente che le comunità siano lo strumento perfetto per riequilibrare la nostra società contemporanea, creare un progresso coeso ed equo, ricettivo e pronto. Sono convinta che possano essere il cuore della risposta ai bisogni del nostro tempo: adattarsi alle innovazioni contemporanee e conservare la nostra umanità.
Vorrei partecipare perché della mia laurea magistrale in Antropologia culturale e della mia formazione in Data Science ne ho fatto la possibilità di stare nelle comunità, nei loro linguaggi: valorizzare gli strumenti intrinseci, scoprirne le regole e farne un punto di partenza per tutelare il bene comune. Sono convinta che nel locale stiano le risposte ai perché dei fallimenti del dialogo tra le macro questioni del nostro mondo e le micro richieste delle vite locali. So per certo che non ci può essere progresso senza interconnessione, senza valorizzazione di questi livelli: serve un locale che possa farsi portavoce del proprio contatto con l'ambiente locale e un macro che trovi ascolto nei linguaggi piccoli. In questo scenario le comunità sono, a mio parere, uno sguardo privilegiato sugli affanni della nostra attualità.
Ho da poco co-fondato di Bonobo, una piattaforma (App) di scambio peer-to-peer di oggetti che promuove lo scambio di beni, disincentivando il consumo e stimolando lo sviluppo di comunità locali attraverso l'incontro e la condivisione di risorse. Il progetto in sintesi: ridurre l’impatto ambientale contemporaneamente generando valore relazionale tra cittadinx.
La mia tesi magistrale in Antropologia dello sviluppo territoriale e Antropologia visiva l'ho dedicata all'utilizzo dell'etnografia e della geografia dello sviluppo postumana per studiare le comunità come resistenza e come passaggio imprescindibile per un progresso egualitario e inclusivo. Ho studiato la marginalità - non solo territoriale - come veicolo di innovazione mediata: un terreno in cui la contemporaneità si traduce in linguaggi locali e familiari, si sintonizza con il locale e diventa veicolo imprescindibile di innovazione.
Per questi motivi e altri ancora, vorrei partecipare al vostro laboratorio. Penso che potrei coglierne appieno le potenzialità, incanalarle nei progetti già esistenti, in quelli non menzionati e in quelli futuri. L'Antropologia mi ha insegnato a quali soggettività e come è giusto direzionare le risorse comuni del nostro tempo, riconoscerle come tali. La Data Science e l'UX Design mi stanno insegnando come renderlo possibile. Partecipare a questo progetto sarebbe un modo prezioso per continuare in questa utopica impresa.
Sono un dottorando in valutazione e urbanistica, con un forte interesse per i processi di trasformazione urbana basati sulla partecipazione attiva delle comunità. Il mio lavoro si concentra sull’ elicitazione dei valori locali e sulla costruzione di strategie di rigenerazione che siano sostenibili, radicate nel territorio e capaci di generare benefici condivisi tra cittadini, istituzioni e attori economici.
Ho deciso di candidarmi al laboratorio XYZ perché sento il bisogno di sperimentare concretamente ciò che studio e in cui credo. L’approccio orizzontale, interdisciplinare e peer-to-peer promosso da La Scuola Open Source rappresenta per me un’occasione preziosa per mettere alla prova le mie conoscenze in un contesto reale, collaborativo e aperto.
Sono particolarmente interessato a esplorare come le economie influenzino i processi di trasformazione urbana, con uno sguardo duplice: da un lato, studio modelli cooperativi e relazionali come l’economia civile; dall’altro, approfondisco approcci che puntano alla valorizzazione sostenibile delle risorse naturali, come nel caso della Blue Economy, con un’attenzione specifica ai territori costieri.
Mi aspetto di vivere un’esperienza intensa e abilitante, in cui dare il mio contributo, confrontarmi con persone e approcci diversi, e imparare attraverso la pratica. Vorrei anche acquisire nuove competenze, magari legate alla comunicazione visiva e agli strumenti digitali, per potenziare la mia capacità di lavorare in team multidisciplinari.
Infine, partecipare al laboratorio sarebbe per me anche un modo per conoscere più a fondo Bari – una delle due città che mi stanno ospitando durante il mio percorso di dottorato, insieme a Napoli – entrando in contatto con le persone e le realtà che ne animano il tessuto culturale, sociale e creativo.
Grazie per l’attenzione e per questa opportunità.
Sono una designer con un forte interesse per i processi collettivi di trasformazione sociale. Attualmente sto svolgendo un dottorato in Design for Social Change presso ISIA Roma Design, dove mi occupo di didattica, partecipazione e abitabilità dei luoghi.
Ho scelto di candidarmi a Bari Città Aperta perché credo nel potere delle pratiche progettuali come strumenti di ascolto e rigenerazione. L’idea di costruire immaginari condivisi a partire dai territori e dalle persone che li abitano risuona profondamente con il mio percorso e con la mia visione del design: una disciplina che si fa relazione, scambio, responsabilità.
Vorrei contribuire con il mio sguardo, con le mie competenze e con la voglia di imparare da chi ha background differenti dal mio. Allo stesso tempo, vedo questa esperienza come un’occasione preziosa per mettermi in discussione e alla prova.
Mi chiamo Mariangela Genchi e sono una studentessa laureanda in Disegno Industriale presso il Politecnico di Bari, dove sto attualmente sviluppando una tesi incentrata sulla comunicazione visiva, riguardante la disparità di genere sul luogo di lavoro.
Mi candido per partecipare al laboratorio, in particolare alla sfida dedicata all’Accessibilità delle Informazioni. Trovo estremamente stimolante l’idea di progettare un sistema open source capace di aggregare e distribuire in modo intelligente i contenuti culturali della città, rendendoli fruibili da tuttə. Ritengo che la comunicazione visiva, se ben progettata, possa diventare un potente strumento di inclusione, e sono convinta che il mio percorso formativo possa contribuire alla costruzione di interfacce semplici, intuitive e realmente accessibili.
Penso che il laboratorio rappresenti per me un’opportunità per confrontarmi con persone provenienti da background differenti, sperimentare soluzioni concrete in un contesto urbano reale e contribuire, attraverso il design, allo sviluppo di tecnologie orientate al bene comune.
Vorrei candidarmi al laboratorio, in particolare quello sull'accessiblità, in quanto sono particolarmente interessato agli aspetti del design e della comunicazione al servizio della comunità . Trovo interessante l'idea di progettare un sistema open source che renda accessibili a tutti le informazioni culturali della città. Credo che il design abbia un ruolo fondamentale nella creazione di un ponte tra l'ambiente e le persone che lo abitano. Credo inoltre che questa esperienza possa essere un'opportunità significativa per la mia crescita professionale e per conoscere nuove persone nell'ambito della nostra professione, nonché un modo per mettere in campo le mie conoscenze applicandole ad un progetto reale.
Vorrei partecipare a questo workshop perché credo profondamente nel valore della cultura come strumento di connessione sociale e rigenerazione urbana. Il mio percorso in Disegno Industriale, unito a esperienze precedenti in ambito sanitario e volontariato, mi ha insegnato quanto sia importante progettare soluzioni accessibili, inclusive e orientate ai bisogni reali delle persone.
Sono motivata a contribuire con un approccio empatico e multidisciplinare allo sviluppo di un sistema open source che renda le attività culturali più visibili, fruibili e condivise. Credo che la tecnologia, se ben progettata, possa diventare un ponte tra cittadini, istituzioni e territorio, e mi piacerebbe mettere le mie competenze al servizio di questa visione.
Durante e dopo gli studi, completati a dicembre 2023 in Design della Comunicazione al Politecnico di Torino, ho avuto la fortuna di lavorare come freelance specializzato in 3D, VFX e AR, con base a Milano, a numerosi progetti che mi hanno riempito di entusiasmo e soddisfazione.
Negli ultimi mesi, però, mi sono spesso trovato a riconsiderare ciò che voglio realizzare e, soprattutto, il motivo per cui ho intrapreso questa strada. Le soddisfazioni più grandi sono arrivate dai progetti di gruppo, spesso sviluppati in Università, in cui era evidente l’impatto sulle persone, non dalle campagne pubblicitarie per grandi brand realizzate in solitudine e spesso senza un focus sull'impatto, non che voglia denigrare o sminuire ciò che ho imparato da queste. Ricordo con particolare affetto la gioia nel vedere le persone che giocavano con le nostre esperienze AR.
La possibilità di dialogare e collaborare con persone dai background e interessi diversi è un elemento che ho sempre trovato fondamentale per la crescita di ogni tipo, che ho sempre inseguito, anche con periodi di studio all'estero, e di cui sento la mancanza in questa fase da freelance. Penso quindi che un progetto come Bari Città Aperta sia una perfetta occasione per poter lavorare a una tematica che trovo sempre più importante in un momento storico in cui si vanno perdendo le piccole realtà locali, in cui si tende facilmente a sottostimare il valore delle relazioni, e soprattutto per poterlo fare con altri partecipanti che possano arricchirmi con le loro idee e le loro passioni.
Accessibilità
Economia
Accessibilità
Accessibilità
Ambiente
Accessibilità
Accessibilità
Economia
Ambiente
Accessibilità
Accessibilità
Economia
Ambiente
Accessibilità
Accessibilità